Personal branding: cos’è? A cosa serve?

Brandizzare un logo o un marchio è una delle principali attività di un’azienda. Promuoversi sul mercato è importante per essere visti, guadagnare clienti e andare avanti crescendo nel proprio settore. Ma esiste un tipo di promozione che può essere fatta più in piccolo: il personal branding!

Viviamo in un’epoca in cui l’immagine e l’opinione che gli altri hanno di noi è importantissima. Le informazioni sono tante, viaggiano veloci e il tempo è poco, quindi bisogna saper comunicare in modo rapido e convincente quello che siamo e promuovere il nostro brand.

Questa è la logica su cui si fondano le aziende, ma vale anche per le persone: ognuno di noi è, di fatto, un marchio diverso da ogni altro, che per emergere deve distinguersi. E ognuno di noi cerca, consapevolmente o meno (quindi con più, o meno successo) di promuovere ogni giorno la propria immagine.

Fare personal branding significa quindi adottare, come singola persona, una strategia di branding utilizzata con successo da un’azienda. Possiamo definire quindi il personal branding come la capacità di promuovere la propria immagine (o il proprio marchio) all’interno di una nicchia, al fine di ottenere un seguito, esattamente come avviene per prodotti commerciali.

Da questo capiamo l’importanza del cosiddetto self-packaging, ovvero della presentazione di noi stessi come un prodotto da scegliere, migliore degli altri sul mercato. E questo vale in molti campi, dal ragazzo che vuole costruirsi una carriera, allo youtuber, allo streamer su Twitch o al blogger. Senza dimenticare il piccolo imprenditore di una start-up che porta il suo nome.

Ma come partire per trasformarsi in un brand vincente? Per prima cosa è necessario capire come si vuole apparire e cosa si vuole fare. Diventa più facile promuoversi se siamo esperti in un particolare settore o abbiamo una determinata passione, piuttosto che cercare di spaziare in tutti i campi, senza però riuscire a essere bravo in nessuno.

Celebri esempi di personal branding li possiamo trovare in Salvatore Aranzulla, che si è specializzato nel campo delle guide informatiche; ma anche in Pewdiepie, ex-youtuber diventato il più famoso gamer della piattaforma. Ma come loro ne possiamo citare tanti altri, anche coinvolgendo marchi adesso famosi come il celebre stilista Roberto Cavalli, o il famosissimo Enzo Ferrari. Ognuno di loro ha iniziato come una persona qualunque e solo dopo un’attenta strategia di personal branding, è diventato il colosso che conosciamo.

Investire nel personal branding può essere la nostra carta vincente per emergere dalla massa e per costruirci una carriera anche in un territorio in cui è difficile trovare lavoro. Come iniziare? Lo scopriremo nell’articolo della prossima settimana!

Marco MaioranoPersonal branding: cos’è? A cosa serve?

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