Ormai sono ovunque… piccoli cerchi dai contorni luccicanti che altro non sono se non un estratto della nostra vita o di quella dei nostri amici… e non solo! Infatti le stories hanno raggiunto ormai diverse piattaforme e hanno acquistato significati un po’ diversi da quello originale per il quale erano state pensate…
Cosa sono le stories?
Prima di iniziare spieghiamo velocemente cosa sono le stories per chi non frequenta assiduamente i social. Stiamo parlando di video di al massimo 15 secondi, che possono contenere una canzone, un’immagine o solo del testo… insomma sono degli spezzoni della nostra vita che decidiamo di condividere con il mondo. Ne possiamo mettere veramente tante e durano solo 24 ore dalla loro pubblicazione.
La storia delle stories: Instagram
Questi brevissimi video apparvero per la prima volta nel lontano settembre 2016 come una funzione aggiuntiva di Instagram, piattaforma che all’epoca era entrata solo da poco nella famiglia di Zuckerberg e che con questa introduzione segnava anche l’inizio dell’orribile moda che vediamo ancora oggi: social che si copiano le funzioni a vicenda.
Se inizialmente ogni social aveva una sua identità, adesso questa filosofia si sta perdendo e tutti cercano di inserire tutte le funzioni possibili per offrire all’utenza un’esperienza completa. Il funzionamento e la meccanica delle stories prendono un notevole spunto da un social all’epoca poco conosciuto perché utilizzato solo da ragazzi: Snapchat. Qui infatti si poteva mandare un messaggio che si sarebbe autodistrutto in automatico dopo la visione (altra funzione inserita poi su Instagram) o pubblicare uno stato che dopo 24 ore sarebbe stato cancellato.
Oltre Instagram
Il successo delle stories fu tale che subito divenne la funzione più utilizzata sulla piattaforma e ai vertici di Facebook la cosa non passò inosservata, tanto che la implementarono anche nel social network più grosso della storia. Anche se non riscosse immediatamente lo stesso successo che ebbe sul social della macchina fotografica, le stories su Facebook diventarono presto una costante e vennero estese oltre che agli utenti singoli, anche alle pagine.
Nel frattempo però una nuova app era stata acquistata da Zuckerberg, Whatsapp, e molto velocemente questa funzione arrivò anche lì, in una finestra separata rispetto alle chat.
Oltre la famiglia di Facebook
Per oltre un anno le stories hanno conquistato l’attenzione degli utenti, evolvendosi tramite nuove funzioni in modi sempre nuovi, dall’aggiunta di filtri video all’inserimento di canzoni, domande o sondaggi.
E tutto questo rumore non poteva certo lasciare a tacere altre grandi aziende come Google, che molto recentemente hanno aggiornato l’app di Youtube proprio per incrementare le stories all’interno del loro social video… ma con una sottile differenza. Infatti da quel di Google hanno ben pensato di sfruttarle per la promozione di canali emergenti che rispecchino gli interessi dell’utente (perché ricordiamocelo: siamo tutti profilati), così da ampliare la sua esperienza sulla piattaforma.
Negli eventi
Recentissima è l’annuncio di Facebook che presto introdurrà le stories anche negli eventi. Se quindi siamo degli organizzatori e vogliamo condividere momenti della realizzazione e le nostre fatiche con l’utenza che si è già interessata alla sua partecipazione, non dovremo fare altro che crearla dalle impostazioni dell’evento.
Non è una funzione la cui introduzione fa urlare al miracolo o alla rivoluzione, ma è sicuramente uno strumento in più da utilizzare per generare engagement e tenere informati e attivi gli interessati, che magari potranno modificare il loro stato da “mi interessa” a “parteciperò”.